Gemmano e le sue grotte

dista meno di 24 km

Oltre al castello, Gemmano è celebre per le grotte di Onferno, un labirinto sotterraneo naturale che aggiunge un tocco di mistero e avventura alla visita.

Gemmano si trova nella media valle del Conca, sulla sommità di una collina, circondata dalla campagna. La natura più incontaminata e singolare della signoria dei Malatesta e Montefeltro si trova in questo piccolo comune e nelle terre che sono nel fondovalle.
Da questa posizione, lo sguardo da un lato conduce verso il mare, mentre sull’altro versante l’occhio si perde nelle terre e fra i monti del ducato di Urbino.

STORIA: Appartenne agli arcivescovi di Ravenna. Nel 1356 se ne impossessò Galeotto Malatesta e rimase possedimento di questa casa fino al 1504, quando passò allo Stato della Chiesa.

Le origini del toponimo Gemmano potrebbero risalire all’epoca romana, quando, secondo i documenti e i reperti ritrovati, veniva chiamato fondo Geminum: una leggenda narra che un soldato etrusco venne stato ucciso dai soldati romani, mentre si recava dalla sua sposa, portandole in dono un anello con una gemma incastonata. I soldati, nonostante vari tentativi, riuscirono a sottrargli tutto, tranne la gemma, che tenne stretta al dito fino alla fine. Da qui l’origine del nome e del suo stemma, una mano che tiene stretto nel pugno un anello gemmato.
Secondo un’altra leggenda, legata al territorio gemmanese, più precisamente alla frazione di Onferno, racconta che Dante Alighieri, dopo aver sostato presso il conte Ugolino della Faggiola, mentre fuggiva da Firenze per andare a Ravenna, scendendo la valle del Conca, si rifugiò all’interno delle grotte di Onferno, allora chiamata Castrum Inferni e che da esse abbia tratto ispirazione per scrivere il primo cantico della Divina Commedia. Il passaggio dal nome Inferno a quello attuale di Onferno è avvenuto solo nel 1810, per mano del vescovo riminese Gualfardo, che probabilmente voleva far scomparire l’immagine del “regno di Satana” dalla sua diocesi.
Intorno ai primi anni del 1400, i Malatesta si insediarono sui colli riminesi e, fra questi, anche a Gemmano, dove ancora oggi sono riconoscibili i resti delle mura malatestiane..
Successivamente, passò prima sotto il dominio di Federico da Montefeltro, poi dello Stato Pontificio, fino all’Unità d’Italia.
Il paese venne quasi completamente raso al suolo, durante la Seconda guerra mondiale, a causa della battaglia, per il passaggio della Linea gotica, che attraversava l’intero territorio gemmanese.

COSA VEDERE: Le colline sono varie, rigogliose di vegetazione selvatica, che contende spazio ai campi coltivati, così mosse da presentare scenari sempre diversi dietro ad ogni curva e luci sempre nuove ad ogni ora e stagione. Un vero tesoro per gli amanti dell’ambiante naturale, caratterizzati da pochi i segni antropologici.

Le grotte di Onferno rappresentano un complesso carsico di notevole valore, la cui esplorazione scientifica completa, effettuata dallo speleologo Quarina, risale al 1916. Un fiumiciattolo sotterraneo ha scavato queste rocce gessose, dando luogo a cunicoli, stanze, anfratti, che si sviluppano nel sottosuolo per circa 750 metri complessivi.

Riserva naturale Orientata: 123 ettari, tutelati per il loro indubbio valore naturalistico dato dalla presenza di una vegetazione densa e ricca, di una fauna con presenza di animali selvatici rari, di una geologia particolare con formazioni di gessi e calanchi. Un territorio bello e vario, che consente escursioni e osservazioni naturalistiche e paesaggistiche di ottimo livello, favorite anche da una curata segnaletica.

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